
Dalla libertà da … alla libertà di …
Giusy Moretti erede e custode di un sogno intergenerazionale.
Suggerimento d'ascolto: La Libertà di Giorgio Gaber
Chiudete gli occhi, immaginatevi in una verdeggiante collina umbra coltivata a vite e ad olivi. Respiratene l’essenza, un’essenza che non vi fa scendere a compromessi con niente e con nessuno. Un’essenza che si traduce in dignità. Una dignità che si realizza in libertà.
Giusy Moretti classe 1985 nasce nel bel mezzo di queste colline a Giano dell’Umbria nella denominazione Montefalco DOC e Montefalco Sagrantino DOCG e la sua storia è una storia intrisa di libertà. Una libertà in evoluzione, una libertà che si trasforma dalla “libertà da …” alla “libertà di …”.
Le terre che fanno da culla all’azienda agricola di famiglia “Omero Moretti” sono terre di Sagrantino, di Trebbiano Spoletino, di Grechetto, Sangiovese, Ciliegiolo. Sono terre amorevolmente lavorate dai suoi nonni paterni fin dagli anni cinquanta quando suo nonno tornato dalla seconda guerra mondiale, investe su un piccolo terreno e con l’aiuto di sua moglie Quinta inizia a produrre vino sfuso.
È con il papà Omero che si dà una prima grande svolta all’azienda quando, nel 1992, decide di fuoriuscire dagli schemi tracciando e solcando la strada della “libertà da …”.
“Libertà da …” il lavoro d’ufficio, “libertà da …” una vita che lo avrebbe portato lontano da quei luoghi così profondamente cari, così bisognosi di estrema cura e profonde attenzioni, così desiderosi di avere un futuro; “libertà da …” tutto ciò che potesse minarne la bellezza, la biodiversità; “libertà da …” i pesticidi, “libertà da …” un’agricoltura convenzionale perfettamente antitetica all’idea che Omero ha del suo essere agricoltore: un umile ospite che prende in prestito la terra dalle generazioni future.
La scelta dell’agricoltura biologica arriva dall’ostinazione di Omero di non arrendersi alle logiche di mercato.
In quegli anni il “fare biologico” era considerato da pazzi, il vino biologico era assolutamente fuori mercato, non era richiesto dai consumatori. Una scelta anti economica quindi, ma sicuramente libera e che rifiutava qualsiasi compromesso; in primis, quello di tradire la natura, tradire la sua terra.
Giusy cresce così, già ben consapevole di cosa significasse sentirsi “liberi da …”. Sin da bambina, insieme a sua sorella Lucia, l’ambiente che vive è un ambiente silenzioso e laborioso, ma mai serioso. Cresce ammirando questo rapporto dialogico fra il papà e la natura impregnato da un rispetto profondo. Come assistere ad un rapporto fra due entità capaci di parlarsi, capaci di passare intere giornate nei campi a discutere di vita attraverso la piacevolezza di condividere il lavoro. Omero è a tratti sfuggente, taciturno, operoso ma basta strappargli qualche parola o curiosità circa la sua realtà che con umiltà e timidezza ti restituisce una luce nel suo sguardo capace di intenerire anche la più dura delle rocce.
Giusy cresce respirando passione, amore viscerale nei confronti della propria terra
del proprio lavoro fatto di semplicità, umiltà, sacrificio, dedizione, sudore e fatica. Giusy respira la precarietà della natura, un giorno capace di estrema generosità, l’altro capace di toglierti tutto ciò che hai creato con spietatezza e crudeltà ed è con questo insegnamento che, nel 2011, si affaccia al suo futuro, quando le si propone di prendere in mano le redini dell’azienda. Giusy è una giovanissima donna laureata in architettura con una carriera all’orizzonte che implica però la lontananza dai suoi luoghi.
Giusy non ci pensa due volte: “Io ho scommesso tutto sul Sagrantino e ho abbandonato una carriera da architetta in città.”
La sua passione per il vino, per le lingue, la curiosità di conoscere nuove culture la portano ad abbracciare con entusiasmo ed orgoglio il futuro dell’azienda nonostante la sua vita stesse prendendo tutta un’altra direzione.
“Libertà di …” scegliere! Giusy sceglie così il coraggio della rinuncia alla carriera di architetta, sceglie la consapevolezza del più profondo del suo cuore che la vuole a Giano a prendersi cura e a dare profonde attenzioni a quella terra, come proprio il padre scelse prima di lei decine di anni prima. Una consapevolezza di essere erede di un’emozione secolare e custode responsabile del sogno intergenerazionale che unisce indissolubilmente tutti i componenti della sua famiglia. Per Giusy, infatti, “libertà” significa anche “responsabilità” verso la sua storia e il suo territorio
Dalla libertà da … di Omero, alla libertà di … di Giusy.
Questo è il meraviglioso viaggio alla scoperta di questa piccolissima realtà contadina umbra
e in questa scelta di essere una donna libera, Giusy riconosce lo stesso senso di libertà che avevano i suoi nonni, poi il suo papà ed ora lei. Lei che ha imparato a riconoscere la libertà nei ritmi di vita che la scelta rurale comporta. Li desidera, li rivendica, se ne è innamorata ed è pronta ad intraprendere la strada di una giovane donna agricoltrice, vignaiola, artigiana del vino in un contesto ancora poco semplice, dove è forte il pregiudizio di chi afferma: “non è un mestiere per donne”.
Ma Giusy combatte questi retaggi da donna libera con la sua tenacia, intelligenza, creatività, genialità e determinazione.
L’azienda “Omero Moretti” vede con il suo arrivo al timone il sodalizio d’amore fra il passato e il futuro. Fra la storia, la tradizione e l’innovazione. Giusy, un vulcano di idee che vale la pena di conoscere per lasciarsi contaminare dalla sua bellissima idea di lavoro, di dignità, di libertà, di Sagrantino.
Nel suo sorriso, nella sua simpatia e nella sua perspicacia ritroverete il riscatto di una donna dalle mille risorse orgogliosamente fiera delle sue origini e delle sue radici, della sua Giano e della sua Umbria.
Una donna libera amante della libertà. Una donna libera che lotta per la libertà di rivendicare con forza la propria essenza.