
La libertà secondo Corrado Dottori
Suggerimento d'ascolto : Into the Wild di Eddie Vedder
La libertà è un’emozione creatrice di propulsione. Il desiderio di libertà è figlio di repressione, di costrizione, figlio dell’aria che ci viene a mancare in alcuni momenti della nostra vita che spesso possono anche protrarsi nel tempo. Per altri la libertà rappresenta quel sogno mai realizzato, per molti quell’ideale per il quale dare la vita. Più forte è la sofferenza e più grande sarà il desiderio; più invadente è la sensazione di oppressione e più esplosiva sarà l’energia che saremo capaci di sprigionare al semplice accarezzare quella sensazione di libertà. Mi ritrovo con queste riflessioni a calarmi in un episodio della vita di Corrado un giovane ragazzo di origini marchigiane, colto, intelligente, professionista affermato nel mondo dell’economia finanziaria.
Siamo nel pieno degli anni novanta e Corrado vive nella Milano del business, degli “Yes Man”. La sua vita è fatta di numeri, di successo, di soldi, di frenesia, ma manca qualcosa, manca dannatamente qualcosa. Corrado ama la matematica, ma ama anche la scrittura. Corrado non dimentica le sue origini e nel 1997 apre una partita IVA a nome “Azienda Agricola La Distesa di Dottori Corrado”. Corrado mantiene così un sottilissimo legame con la sua terra attraverso la passione per il “fare vino”. Questa passione tramandata dal nonno è l’ultimo brandello di legame che conserva con parte del suo passato e dal quale non riesce mai completamente a distaccarsi. Questo legame è un affettuoso rifugio da una Milano sempre più asfissiante; questo legame giorno dopo giorno si rinsalda, si rinvigorisce fino a farsi autentica folgorazione nella storia di un attimo.
Corrado, in un giorno assolato di novembre, sale in cima ad un ulivo ed è proprio lì in quell’attimo sospeso “in mezzo alla luce scintillante, come sole d’autunno” che prende una decisione, la decisione: lasciare tutto e diventare vignaiolo.
"È un attimo. Mentre raccolgo le olive […], d’improvviso, mi trovo a riflettere seriamente sulla possibilità di cambiare radicalmente la mia vita."
Non più giacca e cravatta, non più quotidiani signorsì a grigi dirigenti di banca, non più transazioni finanziarie dalla dubbia moralità, non più relazioni fredde, vuote, anonime, non più una Milano decadente e decaduta […].
No. Quello di cui ho bisogno è una distesa di colline, ampi spazi da respirare, un cane bianco.
Pura libertà di immaginare, progettare, costruire. Semi da lanciare nel vento, alberi da piantare, da veder crescere, curare. Quello di cui ho bisogno sono segni tangibili, riconoscibili, concreti del mio rapido passare in questa vita, su questo mondo, per questa terra.
Così, proprio mentre compio il gesto naturale di sfrondare i rami per far cadere le olive nelle reti sottostanti, tutto mi appare chiaro, per la prima volta. La mia passione per il vino, l’amore troppo spesso taciuto per la mia terra, il sogno ben nascosto, eppure sempre presente, di una vita che proceda secondo regole differenti. In quel preciso momento ignoro del tutto il “come”. Ma mi è perfettamente chiaro il “perché”.” Con i brividi che mi riconsegna questa immagine, con l’emozione che mi scaturisce il racconto autobiografico di questo istante di vita di Corrado, è proprio nella sua profondità che colgo un messaggio: la libertà non si compie nel momento in cui la si desidera, la libertà va conquistata, la libertà è una scelta di coraggio con conseguente impegno e sacrificio. La libertà senza il coraggio rimane sogno. La libertà con il coraggio diventa palpabile realtà.
“Per il capodanno del 1999 io e Valeria decidiamo di partire per la Francia, da soli. […] La sera dopo siamo a cena […]. Guardo Valeria e le dico tutto. Un casolare per noi. Una vigna. Un cane. Un agriturismo. Lavoro duro. Ma per noi. Un’idea del futuro diversa. Un salto nel buio insieme. O tutto o niente. Come piace a me. Lei prende le mie mani fra le sue e sorridendo dice: «Sì»”.
Corrado Dottori, classe 1972. Vignaiolo per vocazione. Contadino per passione.
Per lui l’agricoltura è un’arte, è il linguaggio intimo fra natura e uomo e questo che vi ho appena raccontato non è che il preludio della sua affascinante storia. La storia di un uomo libero e dei sui vini altrettanto liberi. La Distesa è il nome della sua Azienda Agricola, sita nell’entroterra marchigiano, si estende su due poderi di 7 ettari totali nel comune di Cupramontana, in provincia di Ancona. L’attività prevalente è la coltivazione della vite per la produzione di vini naturali di alta qualità dove si pratica agricoltura biologica. “I vigneti vengono lavorati cercando di salvaguardare e lasciare esprimere al massimo la biodiversità concependo l’agricoltura come un ecosistema vivo, in equilibrio tra l’energia del selvatico e la forza dell’umano”.
Verdicchio, Montepulciano, Sangiovese, Vernaccia, Pecorino sono le uve autoctone che si prestano alle carezze di Corrado che, attraverso i suoi vini, non fa che esaltarne le caratteristiche, il suo territorio, assecondando le uve, assecondando ciò che questo splendido lembo di terra ha da raccontargli. Corrado è un produttore fedele. Fedele alle Marche, fedele al verdicchio, fedele alla storia, fedele alla natura.
I vini di Corrado sono vini narratori di libertà. La libertà del scegliersi come vivere, la libertà nel fare vino, la libertà del riabbracciare i sapori antichi di quei vini che non scendevano a compromessi, di quei vini che non si piegavano alle logiche di mercato e al gusto che il mercato imponeva. I vini di Corrado sono meravigliosamente popolari, nell’esprimere la qualità a portata di tutti. Sono vini liberi, attraenti e seducenti che ti richiamano a loro, alla loro forte identità, identità unica, identità baluardo di biodiversità.