Matrimonio combinato

Ci può essere amore senza matrimonio, ma di certo non può esistere la decisione di dire SI senza amore. Almeno è così che siamo abituati a pensare le cose noi, uomini e donne occidentali, del 2000.
Eppure questa affermazione, che a noi sembra granitica come una certezza, non è così inviolabile. Basta ripescare nella memoria storica, spulciando tra libri e film, per ricordare che in passato l’amore e il matrimonio sono spesso stati due concetti ben distinti.
I matrimoni combinati dalle famiglie per motivi economici e sociali, che nulla avevano a che fare con l’amore, erano una consuetudine. L’amore non veniva minimamente preso in considerazione, quando non diventava addirittura un ostacolo allo svolgersi dell’unione necessaria a mantenere o migliorare le condizioni economiche, a stringere patti politici, a garantire lo stato sociale.
Gli sposi erano come pedine di contratti, spesso non era necessario che si conoscessero tra loro, non gli era richiesto di amarsi, stimarsi e neppure di conoscersi, era sufficiente che si mostrassero in pubblico con un bel sorriso e che “sfornassero” un erede, possibilmente maschio; per il resto erano liberissimi di ignorarsi tra le mura domestiche.

Tempi passati, direte voi. Affascinante e triste allo stesso tempo, ma è qualcosa che non ci riguarda. Eppure le cose non stanno proprio così. Non si tratta di un fenomeno storico distante da noi. Ancora oggi nel mondo i matrimoni forzati, combinati dalle famiglie, sono un fenomeno presente e spesso drammatico. Una triste realtà che spesso vede come vittime le donne, messe nell’impossibilità di ribellarsi.
Anche in Italia questa pratica, che nasconde violenza fisica e soprattutto psicologica, riguarda molte giovani donne soprattutto di origine pachistana, indiana, bengalese, ma anche magrebina e albanese. Si tratta di donne che vivono in Italia, ma che le famiglie costringono a tornare nel paese di origine per sposarsi. Tanto che nel 2019 è stata introdotta una legge che considera il matrimonio forzato come penalmente perseguibile. Tra gli altri anche Inghilterra, Francia, Germania e Svizzera sono alle prese con questo problema.

Nel mondo scegliere liberamente di sposarsi è un miraggio per le donne di alcuni paesi. In Madagascar i matrimoni combinati dai genitori sono una realtà supportata dalla credenza che le donne che si rifiutano di sottostare alla scelta dei genitori verranno maledette. In molte zone del Pakistan e dell’Afghanistan tramite il matrimonio forzato vengono risolte le faide tribali. In Iran il matrimonio combinato è una delle prime cause di suicidio. Il India i matrimoni combinati sono molto frequenti tanto che Karma Nirvana, un’associazione che si occupa di tutelare le donne costrette a contrarre matrimonio contro la loro volontà, riceve oltre 600 telefonate al giorno.

Sposarsi, dunque, non sempre è una scelta libera, le nozze possono trasformarsi in una violenza vera e propria. Un tema deve spingerci ad aprire un dibattito sociale, culturale e morale capace di mettere in atto azioni concrete a difesa delle donne vittime di questo sopruso.