E’ Tempo di….lavorare la terra
Per i contadini Marzo era un tempo di passaggio: finita la raccolta dei prodotti invernali, bisognava iniziare a preparare il terreno per la semina.
A Marzo e Aprile la terra inizia a godere dei primi raggi di sole, si allontana dalle gelate invernali e il calore le sta facendo perdere l’umidità incamerata durante l’inverno.
La terra si rimuove in inverno ed il terreno è stato in gran parte preparato a gennaio e febbraio, ma se sono stati mesi piovosi e la terra è ancora umida è bene vangare la terra, rimuovere le zolle e preparare il terreno alle prime semine.
E’ tempo dunque di rimboccarsi le maniche!
Per prima cosa è opportuno rivoltare i cumuli di compost, in modo da uniformare i materiali, ossigenare quelli più interni e favorire la corretta decomposizione prima che arrivi il caldo estivo. Per chi pratica agricoltura biologica si può procedere allo sovescio, una pratica agronomica svolta già in epoca Romana, che ha lo scopo di restituire nutrimento al terreno e migliorarne la struttura senza l’ausilio di sostanze chimiche o lavorazioni invasive: la tecnica consiste nell’interrare del tutto o in parte le colture da sovescio alla fine del ciclo produttivo e poco prima di coltivare nuovamente la terra con piante da orto.
L’interramento è utilissimo perché le piante, decomponendosi lentamente, apportano sostanza organica in generale, che si trasforma in humus migliorando la fertilità e la struttura del terreno.
Le piante più indicate per il sovescio sono le leguminose, perché producono spontaneamente azoto che liberano nel terreno attraverso le radici: trifogli, sulla, ginestrino, erba medica e mediche, veccia, lupinella, etc
Visto che a breve inizieranno le principali semine in campo e i trapianti è fondamentale preparare l’orto
e assicurarsi che sia tutto in ordine:bisogna predisporre i vialetti dell’orto e i canali di scolo, occorre poi pulire bene l’orto da tutte le erbe infestanti che si saranno radicate nei mesi invernali, inoltre con l’arrivo della primavera iniziano a crescere erbe nuove.
Lavorate la terra quando è in tempera, cioè in condizioni ottimali di umidità. In particolare non mettete mano a vanga e zappa se la terra è molto umida e di tipo compatto: meglio rimandare, per evitare di trovarsi poi con grandi zolle difficili da sminuzzare.
Allestite il terreno per le semine: dev’essere soffice in superficie, permeabile, privo di zolle soprattutto nei primi strati, dove dovranno germinare i semi e svilupparsi le radichette. Affinate la superficie con la zappa e rastrellatela per livellare il terreno.
Dove il clima è più favorevole si può iniziare a seminare gli ortaggi negli appezzamenti, direttamente sul terreno mentre dove fa più freddo si iniziano le semine in semenzaio.
Lo sapevate che?
Nel libro “La rivoluzione del filo di paglia”, Masanobu Fukuoka, botanico e filosofo giapponese, pioniere della agricoltura naturale o del non fare, ispirandosi al concetto filosofico buddhista del Mu ( approssimativamente tradotto con “senza” o anche “nessuno”) sviluppo’ un sistema di agricoltura biologica ed eco- compatibile.
L’obiettivo della sua studio era quello di minimizzare il più possibile gli interventi dell’uomo, limitando gli stessi ad accompagnare un processo largamente gestito dalla natura, rifiutando le tecniche agricole tradizionali e moderne.
Fukuoka tentò di riprodurre quanto più fedelmente le condizioni naturali del ciclo della terra. Secondo la sua filosofia, il terreno non deve essere arato e la germinazione deve avvenire direttamente in superficie, dopo aver mescolato i semi, se necessario, con argilla e fertilizzante. Nel terreno intatto, dove idealmente sono state fatte crescere piante poco invadenti che fissano l’azoto (es. trifoglio), che trattengono il terreno e impediscono lo sviluppo di infestanti, viene coltivata simultaneamente la coltivazione voluta.
Al terreno deve essere restituito quanto più possibile di ciò che ha prodotto
quindi l’agricoltore deve cogliere esclusivamente i frutti e lasciare sul campo tutti gli scarti e le rimanenze della coltivazione, che fungeranno da pacciamatura affinché il terreno rimanga sempre coperto.
Fukuoka si riferiva alle sue pratiche di coltivazione come “agricoltura del Mu”. Per lo Zen l’Universo è in un costante flusso di cambiamento, in cui ogni cosa avviene spontaneamente. Per questo, egli riteneva che