Liberi di viaggiare

Il mondo è un luogo tutto da scoprire

“Seguite l’impulso del momento senza programmare nulla e salite su un aereo o fate il pieno alla macchina e partite. La meta non ha importanza. L’obiettivo è viaggiare con poco bagaglio, stendere le ali e mettere alla prova la vostra capacità di mollare tutto. Lanciarsi istintivamente in un’avventura e allontanarsi per un po’ dalla propria vita è una sensazione di straordinaria di libertà”.
(Lynn Gordon)

Oggi la nostra libertà di viaggiare è sospesa in nome di un bene superiore: la nostra salute. Mentre aspettiamo di ripartire, di metterci di nuovo in volo è il momento giusto per sognare e progettare nuove avventure attorno al mondo. Proprio adesso che ci sentiamo meno liberi l’ideale è pensare a luoghi che rappresentano la nostra immagine di libertà.

Nel mondo il posto considerato migliore per la libertà individuale è il Canada. Chi viaggia verso l’America del Nord, in questo paese dei grandi parchi naturali e dalle modernissime città potrà constatare che certi valori quali l’uguaglianza, l’equità e la giustizia sociale sono alla base della vita. Chi ci vive e chi si trasferisce in questo eden di civiltà può toccare con mano questa dimensione, garantita dal rispetto per gli altri e da sentimenti comuni quali la gentilezza e la compassione di un popolo, apparentemente freddo, ma profondamente generoso.

Anche se gli Stati Uniti d’America non si possono oggi considerare la destinazione dei sogni per chi vuole sentirsi libero (se si pensa all’era di Trump e degli alti muri di confine), basta pensare al viaggio per eccellenza On the Road per cambiare idea: è la mitica Route 66, esperienza indimenticabile  per i veri amanti del vento fra i capelli e di panorami sconfinati che restano nel cuore, di atmosfere del passato e vecchi motel, di ristoranti o stazioni di benzina dove il tempo sembra essersi fermato. Una strada lunga 3.945 chilometri, dal centro di Chicago attraverso 3 fusi orari e 8 stati (ovvero Illinois, Missouri, Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico, Arizona e California) fino a Los Angeles, che è considerata il parco naturale più lungo del mondo, un viaggio-simbolo di ribellione, manifesto di quella generazione beat descritta anche nel celebre romanzo di Jack Kerouac.

C’è chi invece alla parola “libertà” prenota un volo di sola andata

destinazione Thailandia, sognando di poter replicare quei tuffi di Leonardo di Caprio nel film The Beach e quella incredibile sensazione di pace a contatto con la natura fra acque turchesi e spiagge accecanti. Peccato che il turismo di massa abbia trasformato quel luogo da sogno in un vero incubo e che oggi la famosa Maya Bay, sull’isola Ko Phi Phi Leh, sia chiusa a causa dell’inquinamento delle barche (che vi accompagnavano i turisti) e dell’erosione delle barriere coralline. Risultato? Non riaprirà prima del 2021, per dare il tempo all’ecosistema della zona di tornare alla normalità, poi il numero di visitatori verrà regolato, perché in questo caso è il luogo a esigere rispetto e libertà.

In Europa ci sono destinazioni considerate libere come Amsterdam, città dei canali liberi, del fumo libero e del quartiere dell’amore (libero?), oppure si pensi a Barcellona, considerata la capitale per il turismo LGBT sul Mediterraneo, dove la libertà è prerogativa di pari diritti e di una vacanza senza barriere mentali e senza giudizio. La mente vola persino all’Inghilterra della Brexit, così libera da permettersi di uscire ufficialmente anche dall’Unione Europea. Quanto a indipendenza europea chi la cerca può trovare un luogo libero e unico nel suo genere in Lituania, a Vilnius: è la Repubblica di Užupis (il nome significa “dall’altro lato del fiume”), fondata e retta dagli artisti indipendenti, che qui vivono e lavorano. Pittori e chef, scultori e musicisti, ceramisti e scrittori hanno invaso questo quartiere a pochi passi dal centro, ritagliandosi orgogliosamente un pezzo di città dalle regole “speciali”, che hanno formalizzato in una Costituzione con ben 41 articoli, incisa e affissa su uno dei muri principali, traducendola in diverse lingue. I turisti si divertono a leggere e sognare un mondo migliore leggendone le parole. Qualche esempio? Art. 4: Tutti hanno il diritto di fare errori; Art. 16: Tutti hanno il diritto di essere felici; Art. 32: Tutti sono responsabili della propria libertà!

I simboli di Libertà nel mondo

Viene ricordato come Il Rivoltoso Sconosciuto, lo studente cinese che fu ritratto in foto, completamente indifeso, di fronte ai carri armati in Piazza Tienanmen a Pechino, segnando il luogo, un momento indimenticabile nella storia del XX secolo e gli ideali di un popolo che lotta per i diritti umani e la libertà di espressione (anche se ancora oggi parlare della protesta in Cina è considerato un vero e proprio tabù).
Ben diversa è la libertà con la quale studenti e viaggiatori che raggiungono Praga, passano a lasciare una frase d’amore, un fiore, un disegno con il simbolo della pace sul muro dedicato a John Lennon: il Lennon Wall, simbolo in città della libertà d’espressione, si trova in Velkopřevorské náměstí (piazza del Gran Priorato) nella Malá Strana, il piccolo quartiere.

E poi c’è lei, la più conosciuta.

Forse non tutti ricordano che la Statua della libertà di New York, progettata da Eiffel, fu un regalo della Francia per il primo centenario d’indipendenza americana dagli inglesi, e che la sua torcia rappresenta la luce, vero simbolo della nuova vita dopo l’oppressione.
Una scultura che riproduce la sola fiamma della libertà, si trova a Parigi sul Pont de l’Alma, diventata, dopo l’incidente a Lady Diana, un angolo commemorativo per la Principessa dagli occhi tristi, personalità sempre in lotta per l’emancipazione della donna e l’uguaglianza fra i popoli.

La Grande mela però riserva un simbolo ancora più forte e struggente: è la nuova One World Trade Center, che il mondo ha ribattezzato Freedom Tower (la Torre della Libertà), un inno alla vita contro la morte e il terrore, emblema di una nuova era che non dimentica e che ripone speranze nel futuro e nelle nuove generazioni.