Babywearing, abbraccio d’amore
Fasce e marsupi, portare i bambini per nutrire la relazione.
È ormai confermato da numerosi studi scientifici che il contatto fisico per il neonato è fondamentale e necessario. Come il latte nutre il corpo, il contatto (espressione dell’amore) nutre la mente.
Questi concetti, però hanno, avuto in un recente passato molte difficoltà ad affermarsi. Infatti con l’avvento dell’industrializzazione si è diffusa l’idea che fosse necessario un distacco e una precoce autonomia dei bambini. Si passò quindi da un accudimento “ad alto contatto” ( nascita in casa, allattamento al seno su richiesta, contatto corporeo con i bambini compreso il dormire insieme) ad uno “a basso contatto” (nascita medicalizzata, allattamento artificiale, far dormire i bambini in stanze separate dai genitori).
Oggi la maggior parte delle famiglie usa carrozzine e passeggini. Eppure trasportare i bambini con queste modalità, deriva dalle teorie sul distacco precoce, infatti questi strumenti sono fisicamente lontani dal corpo dei genitori.
Esistono però altri modi, più naturali, di portare i bambini. Ce lo raccontano altre culture e anche i nostri antenati.
Gli indiani d’America, ad esempio, portavano i bimbi fasciati con tavole e stoffa che legavano alle spalle. Altre popolazioni portavano i bambini fasciati dentro le ceste di paglia o di legno. Altri ancora in grembiuli o fazzolettoni. I neonati si addormentavano addosso alle madri, che intanto potevano dedicarsi alle loro occupazioni. Crescendo venivano posizionati seduti con le gambe divaricate davanti o sul fianco, finché non iniziavano a gattonare. Ancora oggi in gran parte del mondo si portano i bambini. Finalmente negli ultimi anni anche nella nostra società c’è una crescente consapevolezza dell’importanza dell’uso di supporti per portare i bambini.
La fascia e il marsupio (ovviamente ergonomici) possono diventare dunque strumenti utili, non solo a trasportare i bambini quando si esce, ma anche a portarli in casa. Se utilizzati correttamente, permettono al bambino di mantenere una postura fisiologica, “rannicchiata” sul corpo del genitore, che favorisce il corretto sviluppo delle anche.
E’ importante tenere presenti alcune informazioni. Prima di tutto è necessario nei primi 3-4 mesi di vita del bambino, quando ancora non è perfettamente acquisito il controllo del capo, un sostegno adeguato della testa, utilizzando legature che lo sostengono. Inoltre per imparare i diversi sistemi di legature con la fascia è preferibile rivolgersi a un esperto (consulente del portare). Infine è importante utilizzare solo supporti ergonomici che consentono una posizione corretta del bambino, con la pancia a contatto del genitore (mai fronte mondo), e con le gambe divaricate.
Tanti sono i vantaggi legati all’arte del portare e i conseguenti benefici. Ci sono molti studi che dimostrano che il portare migliora il Bonding, la relazione di attaccamento inoltre i neonati portati piangono meno e, grazie al fatto che si sentono più sicuri acquisiscono più rapidamente indipendenza. Altri studi hanno evidenziato che il portare migliora la vista, l’udito, accelera lo sviluppo del linguaggio e riduce la plagiocefalia (testa piatta). Gli studi sulla marsupioterapia dimostrano poi come sia particolarmente importante portare i bambini prematuri.
Portare i bambini rende più dolce e meno traumatico il passaggio e l’adattamento alla vita postnatale. Il bambino portato ritrova la sensazioni della vita intrauterina, gli odori, il ritmo del battito del cuore, il calore del corpo della mamma e contemporaneamente, percepisce i confini, viene massaggiato e contenuto.
Vicina al suo bambino, la madre comprende e interpreta meglio i segnali, acquisisce prima la capacità di ascolto e costruisce la reciproca fiducia. Tutto questo pone le basi di una relazione solida e di un valido processo di attaccamento, la famosa “base sicura” di cui parla Bowlby. Lo stesso avviene anche con i papà che, in contatto con i loro bambini, sviluppano un rapporto più forte ed empatico e perché no Il bambino può essere portato anche da altre persone, per esempio i nonni. Il bambino nel suo nido osserva, si addormenta se stanco, vede il mondo dall’alto, è alla stessa altezza delle altre persone non si sente piccolo e solo.
Portare bambini perciò non è qualcosa di alternativo, e non è solo “trasportare”, ma rappresenta una buona modalità per sviluppare la relazione, con la consapevolezza di crescere i figli tenendoli prima stretti a sé per poi gradualmente lasciarli andare via verso la vita.